Figli con difficoltà di autoregolazione: che fatica!

Difficoltà di autoregolazione: come si presentano?

La sua camera è sempre in disordine, passa da un gioco all’altro senza portarne a termine uno.
Spesso dimentica il materiale scolastico a casa.
Il suo astuccio è incompleto perché perde sempre qualcosa a scuola.
Non sa valutare il tempo necessario per le varie attività, per cui è spesso in ritardo o si riduce all’ultimo momento a fare i compiti o a prepararsi per una verifica.
Fatica a stare concentrato a lungo sul lavoro e ha bisogno di pause frequenti durante i compiti.
Si muove o parla in continuazione.
Non riesce a rispettare i turni in giochi di gruppo e si arrabbia quando perde.

Spesso dimentica alcune richieste della consegna dell’esercizio che sta svolgendo.
è impulsivo e agisce sull’onda delle emozioni senza pensare alle conseguenze del suo comportamento.
Ha difficoltà a memorizzare diverse informazioni, soprattutto quando ha molte pagine da studiare.
Quando lavora è frettoloso e non controlla mai ciò che ha fatto.
Si dimostra insicuro e ansioso quando deve andare a scuola o sostenere una interrogazione.
Ha bisogno di un aiuto per fare i compiti.
Non sa valutarsi in modo oggettivo e passa dal “Ho capito tutto” al “Non so fare niente” e rinuncia.
Non vuole più andare a scuola.

Cosa hanno in comune tutti questi comportamenti?

Un deficit delle abilità esecutive, che rende difficoltosa l’autoregolazione a livello cognitivo, comportamentale ed emotivo. 

In altre parole, i nostri ragazzi sembrano avere difficoltà ad affrontare in modo strategico, organizzato e riflessivo un problema o un compito, sia di tipo scolastico che sociale e comportamentale. 

Ecco che quindi appaiono distratti, inconcludenti e disorganizzati, impulsivi, poco rispettosi delle regole, con inevitabile ricaduta su autostima e relazioni con i pari.

Come spiegato nell’articolo precedente, infatti, per agire in modo strategico ed efficace in vista di un obiettivo, abbiamo bisogno di PENSARE e VAGLIARE più opzioni di azione e le loro conseguenze, PIANIFICARE spazi, tempi materiali e fasi di lavoro e MONITORARE le nostre azioni e il nostro lavoro per eventuali autocorrezioni. 

Presupposti necessari all’azione e al pensiero strategico:

  • la capacità di tenere a mente e manipolare tutte le informazioni che ci servono per raggiungere il nostro obiettivo (memoria di lavoro);
  • la flessibilità necessaria per considerare aspetti diversi della stessa situazione o cambiare punto di vista nell’analizzarla, monitorando l’intero procedimento e adattandoci al mutare della situazione;
  • il controllo attentivo, emotivo e comportamentale che ci permette di focalizzare l’attenzione solo sulle informazioni utili e di inibire pensieri fuorvianti, stimoli distraenti, comportamenti non appropriati al raggiungimento del nostro scopo. Il controllo agisce anche a livello emotivo: dobbiamo saper superare la rabbia dovuta alla frustrazione per concentrarci e risolvere il problema, in caso di errore, fallimento o imprevisto.

Difficoltà di autoregolazione e il setting del gioco

Le ricerche più recenti nell’ambito delle scienze cognitive dimostrano che è possibile potenziare le funzioni esecutive. A qualunque età!

Si tratta di stimolare tutte queste abilità in modo sistematico con training di 2/3 mesi mediante attività ludiche varie: carta e matita, videogiochi specifici, giochi di movimento e giochi in scatola.

Il setting del gioco (con l’operatore, in famiglia o in piccolo gruppo) rende infatti motivante l’apprendimento, vivendo le difficoltà come sfidanti, all’interno di percorsi a difficoltà graduale altamente personalizzati.

Giocando, il bambino non solo sperimenta strategie di ragionamento più efficaci che può consolidare ed estendere al contesto scolastico, ma viene anche allenato a riflettere sulle proprie modalità di pensiero e di azione, valutandone gli effetti e le conseguenze a livello relazionale.

Ogni sessione settimanale di gioco dura 45 minuti circa, a cui viene chiesto di affiancare a casa un’attività simile per 15 minuti tre volte a settimana.

Lo sport e i soggetti che maggiormente beneficiano del training di posizionamento

Una sana attività sportiva rende efficace e completo l’intervento cognitivo.

A trarre maggior beneficio dai training di potenziamento sembrano essere i bambini in età prescolare e i soggetti con DSA, ADHD e disturbi del neurosviluppo, migliorando, a piccoli passi, la qualità della loro vita familiare, sociale e scolastica!